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Le belle storie che arricchiscono un territorio: come quella della Bee Coop di Enna Quando a mettersi insieme sono aziende etiche, associazioni del mondo del volontariato, di professionisti che da sempre diffondono il valore del servire, che prestano servizio umanitario, incoraggiano il rispetto di elevati principi etici, non possono che nascere belle storie che tanto bene portano al territorio. E quella della Bee Coop di Enna è veramente una bella storia. Costituita ufficialmente da alcuni mesi, ma la sua gestazione è iniziata nel 2018, nasce dalla volontà del “mettersi insieme” di due associazioni di volontariato molto conosciute sul territorio per la loro reale attività come l’Unitalsi rappresentata da Liborio Alvano e Vita 21 Enna presieduta da Marco Milazzo, del Rotary Club di Enna, con il prossimo presidente Antonio Viavattene e la locale azienda di servizi Management Technologies il cui rappresentante legale è Fabio Bruno. Si tratta di una cooperativa sociale di tipo B che si propone l’integrazione sociale di persone con una disabilità fisica all’interno di un contesto lavorativo di tipo cooperativo. La Bee Coop, come tutte le cooperative sociali di tipo B, ha un numero di soci disabili non inferiore al 30 %, ma in questa si è volutamente arrivato al 60 %. La coop si occupa di produzione, trasformazione e commercializzazione di prodotti della terra, alberi da frutto, ortaggi, olive ed altro ancora. Ma in prospettiva prevede anche di svolgere attività didattico-educative con scuole, associazioni, anziani, disabili, scout, ed altro ancora, per realizzare con loro iniziative a diretto contatto con la natura, di tipo ludico, didattico, educativo. In poche parole, un’attività economica remunerata, non basata sul volontariato ma su prestazioni lavorative che possano consentire un reddito per i soci lavoratori, magari inizialmente basso, ma che deve progressivamente diventare dignitoso e consentire una indipendenza economica. E così da diversi mesi, il presidente Andrea Fornaia che ha messo disposizione un suo terreno di poco più di un ettaro nei pressi del Borgo Cascino ed altri 4 ragazzi sono quotidianamente all’opera per costruire passo dopo passo la loro creatura. Ed a supportarli anche dei volontari di Unitalsi e Vita 21 in attività manuali ed economicamente sia il Rotary che la Management Technologies. Quest’ultima, tra l’altro, è un’azienda che nel proprio statuto ha inserito una particolare “clausola”, quella di devolvere per fini sociali parte dell’utile annuo. Ma l’obiettivo dei 5 soci è di arrivare ad una totale autonomia gestionale in tutti i sensi. “Se dovessimo dire con una sola parola cos’è la nostra cooperativa, si potrebbe tranquillamente definire una pazzia – cita un testo sulla pagina Fb della Coop – perché abbiamo messo in piedi un’impresa in un territorio economicamente e socialmente depresso; perché l’abbiamo creata mentre tante altre sono costrette a chiudere; perché è una pazzia pensare di creare un’impresa basandosi sulla forza lavoro di persone che hanno una disabilità ed in un campo non facile come l’agricoltura. Però, come diceva Erasmo da Rotterdam, le idee migliori non vengono dalla ragione, ma da una lucida, visionaria follia”. E noi ci auguriamo che questa “follia” coinvolga sempre più persone sul nostro territorio.